2013
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Gigi Proietti Gigi Proietti nasce a Roma, in una traversa di Via Giulia chiamata via di S. Eligio, a qualche metro di distanza da dove nacque anche Ettore Petrolini. Ci sono poche notizie sui suoi genitori. Il piccolo Gigi non resta molto tempo a godersi i fasti di una delle vie più belle di Roma, poiché i suoi si trasferiscono nella borgata del Tufello, in via Capraia, dove impara a convivere con il bello ed il brutto della borgata, che gli rimarrà nel cuore. Dice di essere cresciuto con la speculazione edilizia, e in effetti ha migrato da un punto all’altro della città eterna, seguendo prima gli spostamenti della sua famiglia, poi quelli suoi. Prende la maturità classica presso il liceo ginnasio. Non fa il militare per esubero di leva. Molti anni dopo farà una ferma prolungata di sette anni nei Carabinieri. Si iscrive a Giurisprudenza, perché il padre vuole il pezzo di carta, ma lui non ha voglia di frequentare, anche perché nel frattempo ha iniziato a suonare nei tè danzanti in locali come il Pichetti, il Gran Caffè Professionisti di piazza Cavour, ed un curioso locale, sito in Via 21 Aprile, che ogni stagione cambiava nome, chiamandosi di volta in volta Ar 21 Aprile, Golden Spider Garden, Er Nilo. Poco più tardi il salto di qualità nel night vero e proprio, in locali come Le Grotte del Piccione e il Brigadoon di Piero Gabrielli. Un certo giorno, al Foro Olimpico, ballando un Hully Gully, incontra la compagna della vita, Sagitta Alter, una svedese di sedici anni che fa la guida turistica. Si piacciono, si lasciano, si rivedono e poi decidono di restare insieme. Fino ad oggi. All’inizio degli anni settanta, Domenico Modugno dà forfait per Alleluja brava gente, scritto da lui stesso e da Renato Rascel, Garinei e Giovannini, registi dello spettacolo, non sapendo come sostituirlo, andarono a cercare all’Aquila un giovanotto che recitava, cantava e suonava la chitarra, e che in quel momento era impegnato in un testo di Gombrowicz, Operetta. Lavora moltissimo, dividendosi nei vari ambiti dello spettacolo: in televisione suona la chitarra per Mario Scaccia in uno spettacolo intitolato Chitarra amore mio, è Alfred Jingle nel Circolo Pickwick di Gregoretti, Don Chisciotte per Conoscete Don Chisciotte?. Al cinema inizia timidamente ad affacciarsi, ed ottiene il primo ruolo da protagonista con Tinto Brass ne L'Urlo. Nel 1976, venerdì 7 dicembre per la precisione, sfonda: A me gli occhi, please. Inaugura un nuovo modo di fare teatro, legato essenzialmente alla memoria dell’attore, di cui porta in scena lo smarrimento in un momento in cui furoreggiava il teatro di regia, trasferendo consapevolmente alcuni modi del teatro d’avanguardia in quello cosiddetto "leggero", sforzandosi inoltre di FARE politica invece di parlarne soltanto divulgando idee e letteratura senza essere pedante, il tutto a prezzi popolari. Poi prende in gestione per la prima volta il Brancaccio, dove nasce il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche che darà i natali artistici a un’intera generazione di attori già ben più che emersi. Per fare qualche nome: Massimo Wertmüller, Pino Quartullo, Rodolfo Laganà, Gianfranco Iannuzzo, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli, Enrico Brignano… Per La commedia di Ghetanaccio, su testi di Gigi Magni, scrive le sue più belle canzoni. Perché è anche musicista (..."come tutti gli allievi di Gassendi"…), e vanno almeno ricordate la "Ballata di Pickwick", sigla di chiusura dell’omonimo circolo, e la "Canzone della chioccia", scritta per l’amico Gassman per il film Di padre in figlio. Pregevoli esempi di televisione sono Fregoli (quando la fiction si chiamava ancora "sceneggiato originale"), Attore amore mio, Cyrano a Varadero, con la complicità di Gianni Minà, e soprattutto quello che è il migliore spettacolo televisivo in assoluto della storia della televisione: Fatti e Fattacci, 1975, di Roberto Lerici, regia di Antonello Falqui, con Ornella Vanoni, vincitore della Rosa d’Oro al Festival di Montreux. Curiosamente, gli capita anche di cantare in siciliano la Ballata della Baronessa di Carini nei titoli di testa dello sceneggiato omonimo. Il maresciallo Rocca vede la luce il 16 gennaio 1996, e diventa rapidamente una tale corazzata da indurre Pippo Baudo a chiederne la sospensione durante il Sanremo di quell’anno. Infine, all’inizio di carriera, per mantenersi tra una tournèe e l’altra, si dedica al doppiaggio, da Gatto Silvestro, in compagnia di Tweety-Loretta Goggi, a Richard Burton, a Richard Harris, a Marlon Brando, passando per Robert de Niro e Dustin Hoffman. Il famoso Adrianaaa...del primo "Rocky" è suo, e nel secondo sarà direttore di doppiaggio. Si dedica anche alla regia, sia teatrale con ormai numerosi esempi che in genere sorprendono i critici per la loro sobrietà, che televisiva (Villa Arzilla, 1990, e Un nero per casa, 1998). Onorificenze: Motivazioni del Premio Gigi Proietti, è uno dei grandi protagonisti della cultura italiana contemporanea, personaggio eclettico, attore teatrale e televisivo, radiofonico, cinematografico, regista, doppiatore e cantante. |
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