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Diana Bracco Diana Bracco è laureata
all'Università di Pavia, dove nel 2001 riceve anche la Laurea
Honoris Causa in Farmacia. E Consigliere incaricato di Confindustria per
l'innovazione e lo Sviluppo Tecnologico. Grande amante dell'arte e della musica in particolare,
da anni sostiene importanti iniziative in campo musicale (associazione
Serate Musicali, concerti alla Scala, e in varie città italiane,
mostra Verdi per il centenario della morte del compositore, Concorso
Internazionale per Cantanti Lirici "Città di Alcamo",
i Concerti di Capri), elargisce borse di studio a giovani musicisti
e per sette anni ha pubblicato una collana di volumi di argomento
musicale. Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta Responsabile relazioni esterne dell'Associazion Motivazioni del Premio L'amore per la musica classica di Diana Bracco,
Presidente e Amministratore Delegato dell'omonimo Gruppo, risale
all'infanzia, quando venne in contatto con il mondo della Lirica
dai palchi della Scala, e da allora non è mai venuto meno. Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta |
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Renata Tebaldi è marchigiana, terra che
può vantarsi
di aver dato i natali a molti tra i più celebri ed acclamati
Artisti dell'intera Storia dell'Interpretazione lirica. Nasce a
Pesare il 19 febbraio del 1922, ma crebbe a Langhirano con la mamma
e la famiglia di questa, dopo la separazione dei genitori avvenuta
quando la piccola Renata era ancora in fasce. Con la mamma ebbe
sempre uno strettissimo attaccamento ed una vicinanza costante -
sembravano inseparabili - che solo la morte della Signora Giuseppina
nel 1957 potè interrompere. Dopo la scuola, la Tebaldi proseguì gli
studi di pianoforte e per caso la sua insegnante si accorse di quanto
fosse dotata nel canto. Ammessa (con un anno di anticipo sull'età minima
richiesta) al corso di canto al Conservatorio di Parma, frequentò la
classe di Ettore Campogalliani, Maestro rinomato già allora.
Lasciata l'applicazione al pianoforte, studiò con Carmen
Melis, celebre soprano cagliaritana, di cui fu allieva prediletta
e poi cara amica. La Melis insegnava a Pesare, così che la
giovane Tebaldi tornò nella sua città d'origine. Grazie
ai preziosi consigli della maestra, riuscì a conquistare
ben presto un'omogeneità vocale che, unita alla naturale
facilità d'emissione, le consentì rapidamente di misurarsi
nella professione. e Quella
serata, con Toscanini sul podio - a lui si deve la famosa definizione
di "voce d'angelo" in
merito alla Tebaldi -la consacrò definitivamente tra gli
astri nascenti della Lirica, di cui divenne in breve stella di
prima grandezza, affrontando con crescente successo e riconoscimenti
di pubblico e critica molti ruoli sia del grande repertorio che
meno conosciuti e frequentati. Voce verdiana e pucciniana per
eccellenza, repertori di cui portò in
scena moltissime eroine, seppe comunque spaziare da Boito a Mascagni,
Wagner (sempre in italiano, perché non amò mai cambiare "l'imposto" della
voce cantando in altre lingue), Refice, Rossini, Mozart, Spontini,
Bach (Passione secondo San Matteo), Handel, Catalani, Giordano,
Cilea, Ponchielli. Fu anche Tatiana in una memorabile edizione scaligera
dell''Eugenio Oneghin di Cajkovskij nel 1954 con Di Stefano, protagonista
un giovanissimo Bastianini. Altro ruolo di cui non si può non
accennare e dal quale fu indiscussa regina per decenni è Desdemona
del verdiano Otello (personaggio debuttato a Trieste agli inizi
di carriera accanto al glorioso Francesco Merli nel ruolo di titolo).
Anche in Sicilia cantò diverse volte. Fu a Catania, tra l'altro
debuttandovi un personaggio che diventerà tra quelli da lei
più frequentemente portati sulle scene: Violetta Valery della
verdiana La traviata (memorabile l'emozione del suo "Amami
Alfredo", sempre accompagnato da vere ovazioni), ma anche a
Palermo dove resta indimenticabile il ricordo di una Tosca accanto
allo Scarpia di Mariano Stabile ed una Forza del destino con Giuseppe
Di Stefano, entrambe nel 1956. Dotata infatti di grande personalità e carisma artistico, si imponeva immediatamente all'attenzione del pubblico. Bellissima (a cominciare dalle splendide mani) con lunghi capelli corvini - solo nel '59, anno per lei particolarmente significativo, si lascerà persuadere a tagliarli e colorarli ramati - e due grandi occhi azzurri, luminosi ed espressivi, il volto incorniciato da due simpatiche "fossette" che ne illuminano il sorriso, di altezza notevole per una donna ma al contempo assai proporzionata nella figura. Come ha potuto constatare lo scorso febbraio chiunque abbia assisitito ad una popolare trasmissione televisiva che andava in onda nel pomeriggio, ancor oggi la Tebaldi è di una bellezza radiosa quasi che i segni del tempo non intendano intaccare una donna dal carattere così solare come lei. Serena come sempre, dando la sensazione di non scom-porsi nemmeno nei momenti di grande emozione, anche in quella occasione la Tebaldi - festeggiata per i suoi ottant'anni - non ha mancato nei ricordi narrati di confermarsi persona per un verso riservata e per altro dagli affetti profondi e duraturi. Ne è conferma ad esempio il fatto di essere andata in compagnia, oltre che dell'inseparabile bar-boncino, di Tina Viganò che, un po' "defilata" come sempre, la seguiva attentamente (sua fan sin dagli esordi, è la sua fedelissima "tata" da decenni divenuta ormai amica e insostituibile). Eppure questa dominatrice delle scene liriche mondiali si fa amare anche per le piccoli innocenti manie, divenute proverbiali, come la collezione di pupazzi portafortuna che la Tebaldi si portava dietro e di cui riempiva il camerino, tenero segno di quella semplicità che caratterizza quest'artista che, musicista nell'anima, seppe profondere nei suoi tanti personaggi quel buon gusto e quella sincerità che portava nel cuore. Chiuse la camera "in punta di piedi", con la discrezione che l'ha sempre caratterizzata, in occasione di un Concerto alla Scala dato per beneficienza verso i terremotati del Friuli, colpiti in quei giorni da una delle più grandi catastrofi ambientali e sociali che l'Italia ha conosciuto. Era il 23 maggio del 1976. Lo stesso giorno del debutto assoluto a 32 anni di distanza, si chiudeva per Renata Tebaldi - con una serata in cui venne salutata da un'apoteosi di ovazioni - un sipario che nulla e nessuna l'avrebbe più persuasa a far rialzare per lei. Non avendo mai nascosto di essere profondamente religiosa e sentendo il peso della responsabilità del dono del canto fattole dal buon Dio, sua preoccupazione costante era infatti quella di non saper cogliere il momento giusto per uscire di scena con la voce ancora intatta. Ed allora, anche per rispetto del pubblico oltre che di se stessa, come d'altronde anche qualche altro grande artista lirico di quegli anni, preferì ritirarsi al culmine, facendosi così rimpiangere da tutta quella miriade di ammiratori che ha ripagato la gioia da lei donata con la sua voce, collocandola di diritto nel Mito. Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta Responsabile relazioni esterne dell 'Associazione Motivazioni del Premio Soprano di levatura storica ed artista tra
le più significative
in assoluto della Lirica del '900, Renata Tebaldi resta imprescindibile
Interprete, di vero riferimento, per alcuni tra i più importanti
ruoli sopranili del grande repertorio lirico, soprattutto italiano. Redatto a cura di Cetty Gentile Amenta
Da sinistra: Francesco Bambina - Presidente dell’Associazione |
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